Innanzitutto è importante precisare cosa s’intende esattamente per dolore all’anca. Molto spesso il paziente confonde il dolore d’anca con quello della regione lombare, il dolore d’anca si manifesta tipicamente in regione inguinale con possibile irradiazione sulla faccia anteriore della coscia, a differenza di quello lombare che si irradia prevalentemente in regione glutea.
Esistono diverse patologie che possono essere causa di dolore all’anca, per alcuni casi è sufficiente un trattamento conservativo mentre per altri è necessario un trattamento chirurgico.
La Coxartrosi è una degenerazione della cartilagine dell’anca. La cartilagine è un rivestimento presente in tutte le nostre articolazioni e ha funzione ammortizzante dell’impatto tra le ossa che costituiscono l’articolazione durante il movimento.
A causa di alcune alterazione anatomiche dell’articolazione dovute al sovraccarico o semplicemente all’avanzare dell’età la cartilagine può degenerare determinando un quadro molto doloroso.
Il principale sintomo è il dolore frequentemente localizzato in regione inguinale e nella faccia anteriore della coscia ma che talvolta può manifestarsi lateralmente in corrispondenza della borsa trocanterica. Si manifesta tipicamente nei movimenti di rotazione dell’anca come per esempio nell’atto di salire o scendere dall’auto o del calzare le scarpe.
Un altro sintomo comune è la riduzione dell’ampiezza del movimento. Il paziente sente l’anca rigida , specialmente di mattina o dopo un lungo periodo di inattività.
Per la diagnosi è sufficiente una radiografia del bacino sotto carico. L’ortopedico vedrà una diminuzione dello spazio tra l’osso del bacino e la testa femorale che è un segnale indiretto delle degenerazione cartilaginea. In caso di artrosi avanzata si potrà osservare un contatto tra i due capi articolari con presenza di osteofiti cioè piccole deformità.
Il trattamento dell’artrosi dipende molto dai sintomi del paziente. É importante considerare che spesso la gravità del quadro radiologico e della clinica del paziente non viaggiano di pari passo. Esistono pazienti con artrosi avanzata che manifestano dolore saltuario che non limita sostanzialmente lo svolgimento delle normali attività quotidiane, per contro esistono pazienti che radiograficamente mostrano un quadro lieve con dolore intenso che inficia in maniera rilevante la qualità di vita. Quando si pensa ad un trattamento ovviamente va considerato preponderante l’aspetto clinico più che quello radiografico.
Inizialmente il trattamento prevede l’utilizzo di anti-infiammatori, riposo, potenziamento muscolare ed infiltrazioni. Nel caso di fallimento del trattamento conservativo si pone indicazione chirurgica che prevede la sostituzione protesica dell’anca.
La trocanterite è un’infiammazione della borsa di rivestimento del grande trocantere. Le borse sono un tessuto che funziona da rivestimento di ossa prominenti, sembrano delle piccole vesciche. L’infiammazione della borsa è conosciuta come borsite.
La borsite trocanterica è frequentemente causa di dolore d’anca.
Sintomo principale della trocanterite è un dolore nella parte laterale dell’anca che tende a peggiorare durante la deambulazione o sdraiandosi di lato per dormire.
La trocanterite in molti casi si manifesta bilateralmente diventando debilitante.
La cosa più importante è l’esame clinico del paziente. Nella maggior parte dei casi questo è sufficiente per la diagnosi e non è necessario eseguire esami strumentali.
Il trattamento iniziale della trocanterite si basa sul riposo e l’assunzione di farmaci anti-infiammatori.
In caso di sintomatologia lieve questa terapia può portare ad un rapido miglioramento, nei casi più avanzati con una sintomatologia cronica si rende necessaria una terapia infiltrativa che può essere eseguita con cortisonici o ozonoterapia locale. Una valida alternativa può essere rappresentata dall’utilizzo di onde d’urto.
La necrosi della testa femorale si manifesta quando c’è una riduzione dell’irrorazione sanguigna della testa del femore che porta ad un progressivo infarto osseo. Questo infarto riduce la capacità dell’osso di sopportare i carichi e i sovraccarichi esercitati sulla testa femorale fino a causarne il collasso. La causa non è nota sebbene alcuni fattori come patologie reumatiche, uso frequente di cortisonici e chemioterapia possano aumentarne il rischio.
Sintomo principale è il dolore in regione inguinale che fin da subito può manifestarsi molto intensamente. I quadri avanzati possono determinare un completo blocco articolare portando a volte un accorciamento dell’arto inferiore interessato.
Il primo esame che si consiglia di eseguire è la radiografia del bacino che potrebbe risultare ancora normale nelle fasi iniziali ma manifestare segni tipici nelle fasi più avanzate.
L’esame principe rimane comunque la risonanza magnetica dell’anca che si consiglia di eseguire bilateralmente anche in assenza di sintomi dell’arto controlaterale che potrebbe presentare segni iniziali della malattia.
Esistono diversi trattamenti dei quadri iniziali a partire dal mantenere l’arto inferiore fuori carico che spesso, salvo casi iniziali, non risulta essere risolutivo.
Uno dei trattamenti maggiormente utilizzati è la decompressione della testa femorale realizzato tramite perforazioni dell’osso con l’intento di stimolare la produzione di osso nuovo e ridurre il dolore.
Nei casi più avanzati, quando la testa femorale è ormai collassata si rende necessaria la sostituzione protesica dell’anca.
La pubalgia è una patologia che interessa i tendini del muscolo retto addominale, degli adduttori e della sinfisi pubica. La causa è molto discussa, ma sembra essere legata ad un disequilibrio della muscolatura sopra citata con relativa comparsa di dolore ed infiammazione della regione pubica. La pubalgia è molto più frequente negli uomini e negli atleti, prevalentemente nei giocatori di calcio.
il sintomo principale è il dolore nella parte inferiore dell’addome che si può irradiare nell’interno coscia, nella regione genitali, e nel perineo. Tale dolore si manifesta durante l’attività sportiva e talvolta durante l’attività sessuale.
La diagnosi è principalmente una diagnosi di esclusione, i sintomi possono essere confusi con quelli del conflitto femoro acetabolare o dell’ernia inguinale.
Per una diagnosi accurata si consiglia l’esecuzione di una RMN del bacino per valutale l’eventuale presenza di lesioni tendinee e/o infiammazione dell’osso pubico.
La terapia è conservativa. Inizialmente è indicato il riposo associato a terapia anti-infiammatoria, in seguito il paziente dovrà iniziare una fisioterapia mirata al potenziamento della muscolatura centrale dell’addome e alla stabilizzazione della pelvi. Nella maggior parte dei casi il trattamento richiede tempo ma da buoni risultati. Il paziente dovrà adottare un cambiamento dello stile di allenamento dando priorità al potenziamento della muscolatura del tronco per evitare una ricomparsa dei sintomi.
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